Mark Hatzer deve aver provato una profonda sofferenza nel rendersi conto che sua madre, Sylvia Hatzer, una donna di 82 anni affetta da demenza, non riusciva più a riconoscerlo.
L’angoscia di perdere un altro genitore si è fatta sempre più grande mentre lo stato di Sylvia peggiorava, tanto che è stata ricoverata nell’ospedale generale del nord di Manchester per garantirne la sicurezza.
“Quando è uscita dall’ospedale, invece di optare per la prescrizione di farmaci, abbiamo deciso di sperimentare un trattamento alternativo”.
Nei paesi del Mediterraneo, la malattia di Alzheimer è quasi sconosciuta grazie al loro regime alimentare.
Il pesce è noto a tutti, ma ci sono anche i mirtilli, le fragole, le noci del Brasile e le noci, che, secondo la Società Alzheimer, hanno la forma di un cervello.
Le diete mediterranee, tradizionalmente ricche di frutta, verdura, legumi e cereali, con un moderato consumo di pesci grassi e latticini, e scarsamente ricche di carne, zucchero e grassi saturi,
potrebbero ridurre notevolmente il rischio di demenza negli adulti, come ha rivelato una ricerca presentata durante la conferenza internazionale dell’Associazione Alzheimer nel luglio del 2017.
Lo studio, condotto da Claire McEvoy dell’Università della California, ha esaminato le abitudini alimentari di circa 6.000 americani.
Nonostante l’età media dei partecipanti fosse di 68 anni, lo studio è stato condotto su scala nazionale.